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Giornata della memoria

Settantacinque anni fa, al mondo venne svelata nella sua crudeltà la furia nazista, quando vennero aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau. Chi è sopravvissuto ha portato nel corpo, nella mente e nel cuore l’orrore vissuto. Papa Francesco, ricevendo in udienza il “Centro Simon Wiesenthal”, ha ricordato il 27 gennaio, giorno della liberazione del campo polacco, invocando l’assenza di parole dinanzi al “consumismo verbale” che si declina in “parole inutili”, “offese urlate” mentre è “il silenzio a custodire la memoria”, senza la quale si annienta il futuro. Netta la condanna del Papa per l’antisemitismo e per le “barbare recrudescenze” degli ultimi tempi. Forte l’invito a “dissodare il terreno dell’odio”, seminando pace, reintegrando chi è emarginato, sostenere chi è scartato, come forte è l’appello a collaborare insieme, cristiani ed ebrei, per coltivare “il terreno della fraternità”.

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