Attenti al cyberbullismo

Le parole fanno più male delle botte…

“Lasceremmo da solo nostro figlio di 10 anni in metropolitana a New York? No, eppure lo lisciamo in rete! Ultimamente il regalo più gettonato per la Comunione in V elementare è proprio un I-Phone”. Così Alberto Pellai, un noto psicologo di Milano, un paio di anni fa, sollecitava una platea di genitori ed insegnanti a riflettere sui pericoli di un uso incontrollato dei dispositivi digitali da parte dei ragazzi, durante un incontro del progetto “Educazione, un cantiere sempre aperto”, patrocinato dal Comune di Chiavenna.

Lo scorso lunedì 18 febbraio presso il teatro della Società Operaia di Chiavenna l’amministrazione comunale in collaborazione con gli istituti di Chiavenna ha proposto un ulteriore approfondimento di questa tematica. “Ai nostri ragazzi vengono date delle regole a casa, a scuola, nelle attività sportive, in oratorio… al contrario viene loro offerto un accesso incontrollato al web senza istruzioni per l’uso. Per loro la vita virtuale ha lo stesso peso di quella reale, non possiamo lasciarli da soli”, così Filippo Moroni, educatore di Pepita Onlus, introduce la serata con grafici e numeri alla mano piuttosto inquietanti: il 75% dei ragazzi minorenni naviga senza alcun controllo dei genitori, il 26% chatta ogni volta che può anche di notte; il 18% ha preso di mira qualcuno online; il 13% invia foto intime.

Si entra poi nel vivo della tematica della serata, il cyberbullismo, in tutte le sue forme e le sue conseguenze. Un testimone d’eccezione racconto la sua storia: Paolo Picchio, papà di Carolina, una ragazza di 14 anni di Novara che, in seguito alla diffusione virale di un video che la ritraeva in stato di ubriachezza ad una festa e ai successivi attacchi e insulti ricevuti via web, decide di togliersi la vita il 5 gennaio 2013. La ragazza lascia un messaggio ai suoi aguzzini prima di morire: “Le parole fanno più male delle botte”. Il padre, con forza e coraggio incredibili, comincia a battersi affinché il tema del cyberbullismo venga preso seriamente in considerazione. La sua battaglia porta all’approvazione della Legge 71 del 2017, prima legge in Europa ad occuparsi di prevenzione del cyberbullismo. Da allora fornisce, tramite la “Fondazione Carolina” un supporto alle famiglie e agli educatori per informarli affinché si possano educare i ragazzi ad un uso corretto e consapevole della rete. “Desidero portare ai ragazzi il grido di Carolina, affinché non succeda ad altri ciò che è successo a mia figlia”. E’ lo stesso Picchio, però, che si lascia sfuggire sul finale una considerazione dolorosa: nonostante la legge, nonostante l’impegno nelle scuole, nonostante la risonanza che questo tema ha raggiunto, i giovani sembrano non comprendere i pericoli che corrono. Gli stessi ragazzi accusati per la morte di Carolina ancora oggi intervistati dichiarano di non aver fatto niente di grave, alla fine hanno solo condiviso un video!

I ragazzi sbagliano e l’errore è spesso un passaggio necessario della crescita. Ma oggi è come se fosse evaporato un contesto educativo condiviso che li aiuti a comprendere e a distinguere ciò che è sbagliato da ciò che è giusto, il bene dal male, aiutandoli così a crescere. Basta davvero, per aiutare i nostri ragazzi, cercare di regolamentare l’utilizzo di internet imponendo loro delle regole? Ritirare il cellulare durante la notte o controllarlo tot volte alla settimana? Questa loro ossessione per il virtuale non nasce forse da una lenta perdita di fascino della vita, della realtà? Da una fragilità che vivono nei rapporti concreti con i coetanei e con persone adulte sempre più sfuggenti? Come si fa a riaccendere l’interesse dei nostri ragazzi per il quotidiano? Tutto ciò non può che interrogare noi adulti: cosa vuol dire educare oggi? Si può fare da soli? Nella nostra comunità questa domanda sta emergendo in diverse occasioni e contesti. Tanti genitori si stanno accorgendo della necessità di partecipare a dei luoghi dove sia possibile condividere un tentativo educativo all’interno di un percorso di fede comune. Ad ognuno di noi la responsabilità di proporre e vivere degli accenni di risposta urgente necessità: non essere lasciati  soli nel compito educativo!

M.D.G. e P.L. per Il Settimanale (28 febbraio 2019)