A Grosio

Dottrina sociale e comunicazione

Venerdì 15 marzo, nella sala conferenze dell’Oratorio Pier Giorgio Frassati di Grosio, si è tenuto il V incontro intervicariale sulla Dottrina Sociale della Chiesa, intitolato “La dottrina sociale e la società dell’informazione” durante il quale sono intervenuti monsignor Angelo Riva, direttore de Il Settimanale, e Andrea Morigi, giornalista del quotidiano Libero. Tipicamente umano è il porsi in relazione e il medium tramite il quale è possibile farlo è la parola, che ha bisogno di un mezzo per essere comunicata. C’è una storia lunghissima sui vari mezzi attraverso i quali è stata comunicata; in principio era la scrittura, laddove l’oralità non permetteva di divulgare tutte le informazioni, dappertutto e nelle varie epoche successive, in quanto conteneva poche informazioni ed era legata allo spazio ed al tempo. Grazie alla scrittura potevano essere fissate tante informazioni e  veniva superato il limite spazio-temporale: un libro è in grado di viaggiare attraverso i secoli e di sopravvivere alla morte del proprio autore. Anche l’avvento dei social network si colloca in questa storia dell’evoluzione; essi contengono moltissime informazioni e possono cantare sulla velocità. “I mezzi obbediscono sempre ad un’esigenza, quella di salvare la comunità umana perché non venga perduto un patrimonio di valori – ha detto monsignor Riva – . L’evoluzione dei mezzi di comunicazione avviene ad addendum: anche se alcuni vengono soppiantati da quelli che sopraggiungono, non cessano di avere una loro funzione. Basti pensare a quello che sta accadendo alla radio, un tipo di comunicazione che sta tornando in auge perché favorisce l’apprendimento. Mentre la televisione, infatti, si basa sulle immagini, la radio trasmette la parola pura, che quindi deve per forza essere interessante, saggia. La spinta che porta a perfezionare i mezzi di divulgazione è l’avere una comunicazione che sappia garantire sempre più quantità d’informazione e velocità”.

Se da un lato è vero che ci mettono in relazione gli altri, dall’altro i media hanno anche difetti di tipo cognitivo e relazionale. “I social network fanno venire meno il senso di comunità: si fondo si è tutti da soli, come singoli, di fronte al “mezzo social”; mancando questa comunità, manca anche la possibilità di avvicinare l’altro”, ha detto ili giornalista Morigi. Trattandosi di mezzi accessibili a tutti, democratici ed egualitari sul piano comunicativo, vi è anche la possibilità di una manipolazione del consenso. Dunque internet è da considerarsi fonte di libertà o una nuova fonte di manipolazione? Talvolta può diventare luogo di violenza in cui prendere di mira qualcuno. Se contiene tutti questi meccanismi che indicano un deficit cognitivo e relazionale, come dobbiamo abitare questa realtà? Con la verità e la relazione.

Non tutto quello che passa per la rete è automaticamente vero, bisogna fare opera di verità oltre l’apparenza; dobbiamo “umanizzarla”, facendo sì che si affermi anche attraverso di essa il carattere interpersonale della nostra umanità: la relazione faccia a faccia rimane imprescindibile, internet può servire come sua preparazione e suo prolungamento; se siamo in grado di attuare questo, riusciamo ad integrare la comunicazione digitale dentro un meccanismo relazionale.

Francesca Franzini  per Il Settimanale – 28 marzo 2019