Comunicato n. 372021

Giornata Mondiale del malato – Messaggio del Vescovo per la Quaresima

GIORNATA MONDIALE DEL MALATO: UN APPUNTAMENTO SPECIALE. IL ROSARIO PRESIEDUTO DAL VESCOVO L’11 FEBBRAIO IN DIRETTA SU ESPANSIONETV E PIATTAFORME WEB

Giovedì 11 febbraio il vescovo monsignor Oscar Cantoni, non potendo recarsi di persona all’interno degli ospedali per il tradizionale saluto ai malati e la celebrazione della Santa Messa, guiderà la preghiera del Rosario dalla “Grotta di Lourdes” riprodotta nel giardino dell’Ospedale Valduce di Como e che ricorda la Grotta di Massabielle, dove proprio l’11 febbraio 1858, per la prima volta, l’Immacolata apparve alla piccola Bernardette. Lo schema della celebrazione, che sarà trasmessa in diretta, alle ore 15.30, su EspansioneTV (canale 19 del digitale terrestre) e sulle piattaforme web e social della stessa emittente e del nostro Settimanale (canale YouTube), riprenderà lo stile della preghiera lourdiana, a partire dalla scelta dei canti liturgici che accompagneranno il Rosario. Presenti, accanto al Vescovo, anche alcuni appartenenti all’Unitalsi sottosezione di Como. Giovedì pomeriggio si alterneranno, nella recita delle decine del Rosario, un medico, un barelliere Unitalsi, un’infermiera, una suora e un sacerdote. Sull’altare, chiuse in una busta, saranno poste le intenzioni che in molti hanno spedito nei giorni scorsi al Vicario episcopale per la pastorale: verranno presentate, insieme a quelle di coloro che seguiranno il Rosario in diretta, per la preghiera di intercessione a Maria. A chiusura del Rosario il Vescovo Oscar terrà una breve meditazione, prima della benedizione a tutti gli ammalati.

«La celebrazione della Giornata Mondiale del Malato – scrive papa Francesco nel suo messaggio per questo importante appuntamento giunto alla XXIX edizione – è momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunità. A tutti, specialmente ai più poveri ed emarginati, esprimo la mia spirituale vicinanza, assicurando la sollecitudine e l’affetto della Chiesa». Il messaggio del pontefice sottolinea un aspetto importantissimo, soprattutto in questo tempo di isolamento e di pandemia: la relazione di fiducia alla base della cura dei malati. «La malattia – sono le parole di Francesco – ha sempre un volto, e non uno solo: ha il volto di ogni malato e malata, anche di quelli che si sentono ignorati, esclusi, vittime di ingiustizie sociali che negano loro diritti essenziali… L’attuale pandemia ha fatto emergere tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e carenze nell’assistenza alle persone malate. Agli

anziani, ai più deboli e vulnerabili non sempre è garantito l’accesso alle cure, e non sempre lo è in maniera equa… Investire risorse nella cura e nell’assistenza delle persone malate è una priorità legata al principio che la salute è un bene comune primario. Nello stesso tempo, la pandemia ha messo in risalto anche la dedizione e la generosità di operatori sanitari, volontari, lavoratori e lavoratrici, sacerdoti, religiosi e religiose, che con professionalità, abnegazione, senso di responsabilità e amore per il prossimo hanno aiutato, curato, confortato e servito tanti malati e i loro familiari. Una schiera silenziosa di uomini e donne che hanno scelto di guardare quei volti, facendosi carico delle ferite di pazienti che sentivano prossimi in virtù della comune appartenenza alla famiglia umana».

In occasione della Giornata Mondiale del Malato diventa ufficiale la nomina del nuovo direttore dell’Ufficio per la pastorale della Salute della diocesi di Como. Si tratta di Salvatore La Sala, 65 anni, medico da 30 e diacono permanente da 9. Originario di Palermo è ormai varesino di adozione. Dopo alcuni anni di lavoro nei servizi territoriali alla salute, Salvatore La Sala dal 2000 è medico di base nei comuni di Gemonio, Cocquio e Azzio (in provincia di Varese). «Desidero salutare tutti i cappellani, i religiosi, le religiose, i laici che si occupano di tante persone malate, fragili, anziane o disabili nelle strutture ospedaliere, socio-sanitarie, di cura o nelle associazioni che vivono questo carisma così importante – dichiara La Sala –. Sarà mia premura incontrare tutti il prima possibile, in presenza o con l’ausilio di piattaforme e nuove tecnologie, così da iniziare insieme un bel percorso di collaborazione». In merito all’impegno a cui è chiamato, Salvatore confida di aver risposto al Vescovo Cantoni «con gioia, ma anche con timore e tremore. Dopo un iniziale tempo di discernimento ho accolto con serenità questa chiamata, che completa sia il mio impegno in ambito sanitario, sia il concetto di “servizio” nella diaconia. È un rafforzamento di tutto quello che faccio nella dimensione di cura alle persone che si trovano in quella particolare forma di fragilità che è la malattia».

IL MESSAGGIO DI QUARESIMA DEL VESCOVO MONSIGNOR CANTONI

Si riporta integralmente il testo del Vescovo monsignor Oscar Cantoni per il Tempo di Quaresima

Messaggio per la Quaresima 2021

Carissimi,

Vi invito ad affrontare il tempo liturgico della Quaresima, in questa perdurante situazione di pandemia, come una nuova occasione che il Signore, crocifisso e risorto, ci offre per disporci a condividere la sua passione, ossia la totale consegna di sé. Potremo così imparare a constatare i fermenti di vita nuova, frutto della sua risurrezione, che oggi già alimentano la vita della Chiesa e del mondo, al di là di ogni avversità. Scriveva Madelaine Delbrêl: “Niente accade senza che Dio lo permetta e Dio niente permette che non possa tornare a sua gloria”.

Valorizzare la crisi come sfida per il futuro

La luce sfolgorante della gloria pasquale, ossia la vittoria piena dell’amore ci deve rendere certi che anche in questa dolorosa, drammatica situazione, il Signore Gesù è vivo tra noi e può aiutarci a trovarne il senso.

È certo una notevole fatica scoprire le opportunità di vita nuova, nascoste all’interno di questi mesi, ma è importante che questa situazione non passi inosservata. A tale proposito, papa Francesco ha commentato che “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi”.

Aiutiamoci, dunque, vicendevolmente, ad accogliere i segni pasquali, presenti dentro questo tempo di complessità, che tuttavia dobbiamo pazientemente decifrare, anche se a fatica.

Come cristiani, mediante un comune discernimento, abbiamo il compito di trasformare questa fase critica della nostra storia in una occasione di conversione missionaria della pastorale, mentre, nello stesso tempo, ci confrontiamo con gli uomini del nostro tempo per offrire una corretta interpretazione degli eventi che ci stimolano a una nuova ripartenza.

Una presenza di speranza

Come cristiani e come cittadini siamo chiamati innanzitutto a una “presenza di speranza”, che invoca cammini di comunione e di corresponsabilità, mediante un’opera di riconciliazione a vantaggio di tutti, a partire dai più vulnerabili e dagli ultimi della società.

Dal momento che “tutto è connesso”, l’impegno o il disimpegno dei singoli ricade sugli altri, così che il dovere di proteggere se stessi è legato all’impegno di responsabilità verso gli altri.

All’interno delle criticità che attraversiamo, vogliamo affrontare le diverse fragilità in modo che nessuno sia lasciato solo di fronte allo scombussolamento psicologico, economico e spirituale che stiamo sperimentando.

I dati che riceviamo registrano situazioni allarmanti, derivate dalla solitudine, dall’isolamento sociale, dall’aumento delle malattie legate al disagio mentale, dalle nuove povertà. Sono soprattutto i malati, i giovani, gli anziani, i disabili, le famiglie ridotte in povertà dalla crisi economica le categorie che particolarmente ci interpellano.

Il “vaccino del cuore”

Il cammino quaresimale include per noi cristiani, soprattutto, l’impegno (e non solo il proposito!) di iniettare uno “speciale vaccino”, quello del cuore, che ci chiama a riconciliarci con Dio, innanzitutto mediante la celebrazione del sacramento della Penitenza, che in questo periodo è stato trascurato! I nostri sacerdoti saranno a disposizione per questo prezioso ministero, come uno dei loro impegni prioritari, soprattutto promuovendo un incontro personale, di cui tante persone sono prive da molto tempo.

Nello stesso tempo, siamo invitati a prenderci responsabilmente cura degli altri, soprattutto di quanti la società considera come un peso, superando quel clima di generale indifferenza che ci distoglie dal riconoscerci tutti “sulla stessa barca”.

“Fratelli tutti”: un impegno comune

Vi invito, pertanto, ad avvalervi della lettura, meditata e attualizzata, della recente enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”, quale comune impegno quaresimale, aiutati anche da schede di approfondimento e da occasioni di confronto, proposte dai nostri uffici diocesani. Per costruire una vera fraternità occorre partire dalla consapevolezza che viviamo in un mondo senza frontiere e che in questa situazione la vera fratellanza è una esigenza ineludibile. “Ci chineremo per toccare e guarire le ferite degli altri?” (FT 70).

Comunicare i segni di rinascita

Un altro modo per sentirci in comunione di intenti tra noi, tra gli sconvolgimenti e le incertezze che sperimentiamo, è quello di trasmetterci reciprocamente quelle belle “iniziative di carità” che, come singoli e come parrocchie, stiamo realizzando, illustrate da molteplici esempi concreti. Potranno essere segnalate e commentate sul nostro “Settimanale” nelle settimane di Quaresima e di Pasqua.

Tutti, inoltre, abbiamo il compito di preparare la Chiesa di domani, a partire da nuove possibilità ancora inesplorate, ma che possono diventare nuove vie di comunione e di evangelizzazione, proprio come frutto di questi mesi.

E’ bello sentirsi Chiesa che cerca insieme le risposte alle domande suscitate dal tempo della pandemia, una Chiesa che si fa compagna di strada con tutti coloro che ricercano la verità, che si interrogano sul significato della vita e della morte, temi che facilmente emergono e per i quali i cristiani devono poter offrire significative riflessioni.

E’ utile comunicarci, quale dono offerto umilmente a tutti, quei “segni di speranza” che come fratelli nella fede possiamo valorizzare. Essi possono incoraggiarci nel promuovere, nel nostro vissuto personale e comunitario, scelte di solidarietà e di amicizia sociale, gesti di vicinanza e di fraternità, nei confronti degli anziani, dei malati o delle persone sole, dei bambini, di gente senza casa, di migranti, o di famiglie in difficoltà, ecc…

La comunicazione di queste “buone opere” ci aiuteranno a scoprire nuovi modi di vivere il Vangelo dopo la pandemia, ci permetteranno di “aprirci gli occhi” su tante possibili nuove vie di evangelizzazione che questo tempo ci dischiude, spesso a nostra insaputa. Sarà così possibile passare dalla “cultura della crisi”, dettata dalla emergenza, alla “cultura della progettualità”, un utile e qualificato servizio anche al Sinodo sulla Misericordia, proprio nel momento in cui stiamo raccogliendo le diverse e sempre nuove “testimonianze di vita evangelica” da proporre nel nostro cammino di Chiesa, per i prossimi anni.

Non possiamo dimenticare quanto ha auspicato il Papa nel suo storico discorso alla Chiesa italiana, radunata a Firenze, nel 2015: “Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà”.

Prendersi cura delle nostre Missioni

Infine, come è tradizione nella nostra Diocesi, la Quaresima è una stagione liturgica in cui sottolineare con maggiore evidenza e incisività la vita della nostra attuale Missione in Perù e prossimamente in Mozambico. Potremo così aiutare i nostri missionari che operano nella diocesi di Carabayllo ad accompagnare e sostenere spiritualmente ed economicamente i membri di quella Chiesa, già in

estrema povertà, ma aggravata dalla crisi pandemica. Se avremo riconosciuto la forza dell’amore di Dio, nella nostra vita personale e comunitaria, non potremo fare a meno di condividere ciò che abbiamo visto e sperimentato.

Vi auguro, dunque, un operoso cammino quaresimale, accompagnato dal Signore Gesù, che ci ama e continua a dare la vita per noi, perché possiamo impegnarci, a nostra volta, a dare la vita per Lui e per i nostri fratelli, particolarmente i poveri, nei quali Egli ama identificarsi.

Buona Quaresima a tutti, già pregustando la gioia della Pasqua!

X Oscar Cantoni, Vescovo di Como