Comunicato nr. 17/2019

300 sinodali con il Vescovo, a Como, per la prima assemblea plenaria del Sinodo: l’affidamento a Suor Maria Laura e a don Renzo Beretta

TRECENTO SINODALI CON IL VESCOVO, A COMO,

PER LA PRIMA ASSEMBLEA PLENARIA DEL SINODO:

L’AFFIDAMENTO A SUOR MARIA LAURA E A DON RENZO BERETTTA

 

 

Il Sinodo numero 11 della diocesi di Como, “Testimoni e annunciatori della Misericordia di Dio”, ha visto aprirsi ufficialmente una nuova tappa del suo cammino. Dopo l’indizione (31 agosto 2017), la fase preparatoria (dall’autunno 2017), la consegna del questionario per la consultazione diocesana (6 giugno 2018), l’invio delle risposte sui cinque ambiti – quattro per ognuno di questi argomenti: comunità cristiana, famiglia, giovani, poveri, presbiteri – (consegnate entro il 28 febbraio 2019), la scelta e la nomina dei sinodali (anche questa entro il termine del 28 febbraio 2019), sabato 6 aprile 2019, in Seminario a Como, si è tenuta la prima assemblea plenaria dei sinodali, alla presenza del Vescovo, monsignor Oscar Cantoni.

 

I sinodali sono 295 (204 uomini, 91 donne): scelti in parte in forza dell’ufficio ricoperto, in parte perché indicati dai Vicariati. Guardando alle provenienze, 186 sono dalla provincia di Como, 88 da quella di Sondrio, 4 dal Lecchese e 17 dalle Valli Varesine. I laici sono la maggioranza: 177.

I sinodali, da questo momento in poi, sono chiamati a lavorare con grande impegno. «Abbiamo davanti a noi sei mesi intensi – spiega don Stefano Cadenazzi, segretario del Sinodo diocesano –. I sinodali, suddivisi per gruppi, dovranno leggere le risposte arrivate».

 

In questi mesi alla Segreteria del Sinodo sono pervenuti poco meno di 500 invii. Che cosa vuol dire? Non che sono stati recapitati “solo” 500 questionari, ma che fra caricamenti diretti sulla piattaforma sinodo.diocesidicomo.it, e-mail e consegne “brevi manu”, sono arrivate 500 comunicazioni, a loro volta articolate in risposte multiple (per esempio, all’interno di ogni invio possono essere presenti anche una decina o più di questionari). La prima osservazione, dunque, è che la partecipazione alla consultazione è stata molto buona e ha saputo coinvolgere non solo le parrocchie e i vicariati, ma anche movimenti, gruppi, associazioni, fedeli in generale e realtà laicali: proprio l’obiettivo che questa prima parte del Sinodo si era posta, per fare in modo che la lettura del contesto diocesano fosse la più ampia possibile.

 

I sinodali lavoreranno in cinque commissioni, una per ciascun ambito, composte, ognuna, da circa 60 sinodali. A loro volta le commissioni si suddivideranno in quattro sottocommissioni, una per ogni domanda in cui il questionario sul singolo ambito si è articolato.

 

«L’analisi, lo studio e la sintesi dei questionari porterà all’elaborazione dell’Instrumentum Laboris – riprende don Stefano – che sarà l’ossatura attorno alla quale si costruirà il percorso assembleare vero e proprio, quando i sinodali, dopo aver lavorato sui singoli ambiti, nel consesso più ampio si confronteranno su tutti i temi». Il percorso sinodale «si tradurrà in propositi, in scelte profetiche e concrete per la realizzazione di una vera cultura di misericordia nella nostra diocesi», sottolinea ancora don Cadenazzi.

 

La mattina del 6 aprile si è aperta con il momento di preghiera insieme (con l’invocazione allo Spirito Santo), che ha visto anche l’assunzione di responsabilità rispetto al compito da svolgere, la spiegazione del lavoro da sviluppare nelle diverse commissioni e sottocommissioni, la presentazione della programmazione (il calendario è già stato fissato, con incontri previsti a cadenza regolare in due sedi, fra Como e Morbegno). «I sinodali – ribadisce don Stefano – sono chiamati ad assolvere un incarico importante, impegnativo in termini di tempo ed energia. Grande è la gratitudine nei confronti di chi ha accettato, con passione, di mettersi a servizio della nostra Chiesa diocesana. Abbiamo la consapevolezza che lo Spirito ci guiderà e ci sarà accanto, anche e soprattutto nei momenti di fatica. Sappiamo che non siamo soli e ci sosterremo a vicenda nel discernimento per il bene di tutti».

 

«Siete qui per la fiducia che altri hanno riposto in voi», ha detto il Vescovo monsignor Oscar Cantoni nel suo intervento. «Voglio innanzitutto rilanciare il tema centrale del Sinodo, da cui partire e su cui convergere – ha ripreso monsignor Cantoni –: “Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio”, resa presente e annunciata da una Chiesa che vuole essere un umile, ma verace specchio della misericordia divina attraverso scelte che raggiungono l’uomo di oggi, la nostra società, nella situazione concreta. Vale la pena rimarcare che il tema della misericordia non è circoscritto alla sola vita della comunità cristiana, ma assume, fin dall’inizio, una “dimensione missionaria”. Occorre far sì che la misericordia sia annunciata e testimoniata oggi all’intera società, compresi i non credenti o gli indifferenti, mediante segni che la indicano». E ancora: «Mi pare bello ricordare ora, oltre i Santi  e i Beati della nostra Chiesa, quanti, tra i nostri diocesani, recentemente defunti, sono stati per noi e per le nostre comunità cristiane veri modelli di vita perché annunciatori e testimoni della misericordia di Dio. Potremmo raccogliere da tutta la diocesi una numerosa schiera di “Santi  della porta accanto”, come li definisce Papa Francesco nella sua costituzione “Gaudete et exultate” (n.7), un grande numero di testimoni. Battezzati di tutte le età e condizioni sociali, di tutte le vocazioni: sacerdoti, religiose e religiosi, missionari, insieme  anche a tanti uomini e donne uniti nel matrimonio cristiano, insegnanti, malati, gente impegnata in politica, nelle opere di carità, tutte persone che hanno vissuto la loro condizione umana colmandola di amore. Possiamo affermare che “siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio”. Vorrei citarne tanti, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra Chiesa di Como: è bene ricordarli con affetto e gratitudine. Tra questi ricordo suor Maria Laura di Chiavenna e don Renzo Beretta di Ponte Chiasso. Ad essi, come due nostri intercessori, possiamo affidare i lavori del nostro Sinodo perché dal Cielo ci sostengano e ci incoraggino».